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Villa Ada, ecco il bunker dei Savoia: dopo 70 anni apre al pubblico

Il rifugio antiaereo ristrutturato dall'associazione Roma Sotterranea riaprirà al pubblico sabato 26 marzo. Giovedì la presentazione alla stampa alla presenta del subcommissario taucer e del sovrintendente capitolino Persicce

Il rifugio antiaereo dei Savoia, immerso nella fitta vegetazione del grande parco di Villa Ada, riapre sabato per la prima volta al pubblico dopo 70 anni di abbandono. La presentazione del restauro è avvenuto questa mattina alla presenza del subcommissario capitolino Ugo Taucer e del sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce. Dal 26 marzo, con un costo di 12 euro, il bunker della famiglia Reale, utilizzato negli anni del degrado anche per presunte messe nere, sarà fruibile per cittadini e turisti. Grazie ai lavori di recupero promossi dalla Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali e dell'Associazione Roma Sotterranea, nei giorni di sabato e domenica e in alcuni festivi secondo un calendario pubblicato sul sito www.bunkervillaada.it, si potrà fare una passeggiata nei sotterranei di una delle pagine più buie della storia d'Italia.

LO SPAZIO RINNOVATO - "Ciascuno di voi si sarà reso conto entrando in questi 200 metri quadri, di fare un passo nella storia dopo 70 anni di abbandono” ha spiegato Presicce inaugurando lo spazio rinnovato. “Il bunker, creato tra il 1940 e il 1942 per proteggere dagli attacchi aerei la vita del Re Vittorio Emanuela III, è rimasto sconosciuto ai più dopo l'abbandono della città. Ha aspetti ingegneristici e professionalità di altissimo livello. Il restauro operato è stato filologico, effettuato andando a cercare tutto quello che era possibile ricomporre e che fosse fedele alla versione antica. Bunker creato tra il 40 e il 42”.

IL SUBCOMMISSARIO - Il subcommissario Taucer, presentando agli intervenuti di saluto e l'apprezzamento del commissario capitolino Francesco Paolo Tronca, ha spiegato che il prefetto "ci teneva a segnalare la testimonianza del buon operare dell'amministrazione capitolina con un'associazione che ha fatto un lavoro egregio, prestando attenzione al dettaglio, a completare l'intervento in tempi rapidi e e alla memoria". Il bunker, ha concluso Taucer "è stato restituito dall'oblio, non per un'operazione di nostalgia, ma di recupero di quello che eravamo e che siamo, nel bene e nel male, in un contesto in cui alcuni pericoli si ripropongono".

LA STORIA - Il rifugio antiaereo fu realizzato tra il 1940 e il 1942, con lo scopo di proteggere la famiglia reale in caso di bombardamento. Fu scavato in una collina a 350 metri dalla residenza Savoia, meglio conosciuta come Colle delle Cavalle Madri. Per questo è a livello, accessibile direttamente con l'autovettura. Non ai visitatori, che oggi, per arrivarci, devono fare una breve passeggiata nel parco.

IL LAVORO DELL'ASSOCIAZIONE - Il restauro è avvenuto ad opera dell'associazione Roma Sotterranea, con il sostegno della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Ha richiesto circa 3000 ore di lavoro, impiegate per ripulire i muri dai graffiti, recuperare le parti di metallo, ripristinare l'impianto elettrico, i sanitari ed aggiustare le imponenti porte. Quella principale, del peso di 2.400 chili, è dotata di guarnizioni antigas, che i restauratori hanno ritrovato in perfette condizioni. 

IL RESTAURO - "Abbiamo realizzato un lavoro lento e faticoso per rimettere a posto le porte” ha spiegato Adriano Morabito di Roma Sotterranea. “Ora funzionano tutte come funzionavano all'epoca. Gli interventi di recupero hanno seguito una logica filologica molto stretta. Hanno cercato prima di tutto di essere il meno invasivi possibile. Tutto l'impianto elettrico è stato rinnovato utilizzando le tracce esistenti oppure lasciando i cavi a vista, così come erano all'epoca. Nei bagni abbiamo fatto rifare le maioliche a mano esattamente come erano da un'industria artigianale di Rieti. I sanitari sono quelli dell'epoca in alcuni casi, in altri sono stati prodotti dalla stessa ditta che forniva la real casa. Tutto il resto è stata un'opera di pulizia". Dall'esterno la struttura e'' ancora oggi protetta da una serie di lastre di cemento, perfettamente mimetizzate nella vegetazione, che fungono da scudo. Per permettere ai visitatori un'immersione più profonda in quello che doveva essere l'atmosfera originale del bunker, nell'ambito del restauro sono stati aggiunti anche degli elementi di arredo.  

L'ARREDAMENTO - "Per l'arredamento ci siamo dovuti affidare ai pochi dati che avevamo, scritti da Rosa Perona Gallotti che era la camerista della regina e che descriveva il rifugio al di sotto della residenza reale" ha raccontato Morabito. "Abbiamo dunque ricreato un ambiente dove, possiamo immaginare, il Re Vittorio Emanuele, la regina Elena e la figlia Mafalda, che era l'unica a risiedere veramente a Villa Savoia, potessero rifugiarsi insieme a un numero limitato di servitù in questo bunker, raggiungendolo direttamente con delle auto", ha concluso Morabito. 

IL DOCUMENTARIO - Durante la visita è possibile vedere un documentario realizzato da Fabio Toncelli, che racconta il contesto storico in cui il rifugio fu costruito e le vicende che videro protagonisti il re Vittorio Emanuele e Benito Mussolini. 

INFORMAZIONI - Il bunker è aperto al pubblico con la possibilità di effettuare visite guidate a prenotazione obbligatoria. Il costo del biglietto è di 12 euro, 10 per i soci di Roma sotterranea. 

IL MINISINDACO - “Affascinante inaugurazione oggi del bunker di Villa Ada, divenuto fruibile al pubblico dopo gli attenti lavori di ripristino resi possibili dalla collaborazione tra Roma Capitale e l'associazione "Roma Sotterranea" a dimostrazione degli ottimi risultati che si possono ottenere dalla sinergia tra pubblico e privato” il commento del presidente del II municipio Giuseppe Gerace. “In questi giorni di profondo dolore seguito agli attacchi terroristici di Bruxelles, torna prepotente l’esigenza di consegnare questi spazi ad una memoria duratura per ricordare nel tempo quanto non dovrebbe mai più accadere. E’ difatti impossibile non ricordare quali e quante atrocità la guerra abbia prodotto e quante ne stia producendo in diversi paesi del mondo.
Un ringraziamento particolare alla Sovrintendenza Comunale ed al Dipartimento Ambiente”.

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