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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Autismo, maneggio di Villa Glori sotto sfratto. Mamme e papà: "Non chiudetelo"

Contenzioso in atto tra Campidoglio e Lazio Equitazione. A farne le spese i ragazzi autistici de L'emozione non ha voce onlus 

Ippoterapia, giardinaggio, lavoro nell'orto e il cantiere. Ecco le attività che L'emozione non ha voce Onlus (Lenhv), formata da genitori di ragazzi autistici, porta avanti nel centro ippico di Villa Glori per far emergere le capacità di 20 adolescenti con disturbi dello spettro autistico dai 10 ai 20 anni, regalandogli una vita il più possibile autonoma. 

"È in atto un contenzioso tra il Comune e la società Lazio Equitazione che gestisce il centro ippico che temiamo possa sfociare nella messa in discussione della nostra stessa presenza. La nostra associazione non entra nel merito della vicenda legale e più che augurarsi che si trovi una soluzione non può fare. Noi ringraziamo chi ci ha permesso di svolgere le nostre attività nel centro ippico di Villa Glori, pagando un affitto. Non sapevo dell'ammontare di debiti, nè che nel 2009 ci fu un'intesa con il Comune per realizzare una pista ciclabile tra Viale Argentina e Viale Maresciallo Pilsudsky, e per risanare il parco di Villa Glori. L'ho appreso stamattina leggendo i giornali. Rinnovo l'auspicio che Comune e gestori trovino una soluzione". Così Corrado Sessa, presidente dell'associazione L'Emozione non ha voce', interpellato dall'agenzia Dire. 

Al momento tutte le attività del centro ippico di Villa Glori sono a rischio. C'è una richiesta di sfratto recapitata il 21 dicembre da parte del Campidoglio alla società Lazio Equitazione, poichè sul circuito sportivo pende il pagamento di 906 mila euro di canoni arretrati. Una vicenda non recente, sono 14 anni che il Comune cerca di regolarizzare la situazione del centro.

In questo ping pong tra Comune e società Lazio Equitazione si trovano i ragazzi autistici di 'L'emozione non ha voce', che ancora una volta rischiano di perdere uno spazio importante per le loro attività. "All'inizio abbiamo cominciato appoggiandoci ad un appezzamento di terra a Tor di Quinto rivendicato, però, dal Coni. Facevamo ippoterapia in un maneggio sulla via Nomentana, al di là del raccordo anulare prima di Mentana, in una struttura carente, dove non c'era spogliatoio e non si poteva fare ippica nei giorni di pioggia. L'esser accolti a Villa Glori - sottolinea il presidente della Onlus - per noi è stata la salvezza. Da quando abbiamo ottenuto di poter aprire la nostra sede in quel maneggio di eccellenza e di poter concentrare le nostre attività lavorative, usufruendo di un fazzoletto di terra alle spalle delle stalle, abbiamo tirato un sospiro di sollievo". 

In sostanza sono due le ragioni, tra loro intrecciate, che motivano l'amore della Onlus per il Centro: "La prima è dovuta al fatto che, sulla nostra pelle, abbiamo potuto sperimentare lo stress che un soggetto autistico prova nel venire spostato in continuazione per svolgere una qualsiasi attività. Le nostre peregrinazioni sono finite con l'approdo al centro ippico. I ragazzi - afferma Sessa - riconoscono quel posto come un luogo loro e sanno che lì possono rimanere. Sanno che il cattivo tempo non gli impedisce di andare a cavallo perchè c'è un'ampia tettoia dove poter tranquillamente condurre il cavallo e quando lavorano all'orto sanno dove spogliarsi. Soprattutto, riconoscono il locale dell'associazione come un luogo dove rifocillarsi o festeggiare compleanni e altro. L'altro motivo è la scomparsa dello stress di noi genitori di aver trovato finalmente un luogo dove è più facile arrivare: è dentro la città, ha un bel parcheggio e un cancello che impedisce ai ragazzi di allontanarsi. Infine - conclude il papà - è fondamentale l'accoglienza che i nostri ragazzi hanno ricevuto, loro percepiscono se in un posto sono accettati o meno, e al maneggio di Villa Glori ci siamo subito sentiti come a casa nostra". 

(Fonte Agenzia Dire)

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