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Enzo, il militante di Sel ferito: “Tiravano petardi, volevo isolarli”

Il 52enne membro di Sel nel II municipio sta meglio. Non rischia la mano anche se dovrà subire una nuova operazione. Dall'Umberto I spiega: "Volevo allontanare un petardo, ma mentre lo facevo quello è esploso

Appena ha visto che quel petardo poteva ferire qualcuno non ci ha pensato su due volte. Doveva allontanarlo. L'ha preso ed ha provato a cacciarlo lontano. Enzo, il 52enne militante di Sel, sarà uno degli uomini simbolo dell'incredibile violenza di sabato 15 ottobre. Rischiava di perdere due dita, un rischio per ora scongiurato, ma che non allevia la sua angoscia e quella dei suoi amici.

Enzo infatti con le mani ci lavora. Insegna  pallacanestro e per lui il danno subito assume quindi valenza doppia. Inizialmente si temeva addirittura per la sua vita. Ieri invece le sue condizioni sono migliorate, ha ricevuto la visita di Nichi Vendola ed ha rilasciato anche delle dichiarazioni alla stampa.

Secondo Enzo è evidente che sabato ci sia stata “un'azione premeditata di attacco al corteo, a tutte quelle parti che consideravano troppo 'morbide'. Volevano rompere il corteo, che era enorme e pacifico”.

Questo il suo racconto su quanto accaduto: “Facevo parte del corteo di Sel, eravamo un migliaio attorno allo striscione del circolo “Berlinguer” di Fiano Romano. Saranno state le 16, a via Cavour. All'altezza di San Pietro in Vincoli ho visto persone che fuggivano verso di noi, risalendo la strada. Era chiaro che stava succedendo qualcosa più in basso, e già si vedeva salire del fumo, ma ancora non sapevamo che erano le auto in fiamme".

"Mentre cercavamo di tenere calmi i militanti, dalle nostre spalle sono arrivati i black bloc -ricorda- Erano 30 o 40. Giovani, direi. Tutti maschi, non ricordo donne. Avevano felpe nere con cappucci, bastoni in mano. Qualcuno aveva il casco. Non sembravano romani, dalle voci. Cercavano di sorpassarci. Alcuni di noi allora li hanno subito bloccati. 'Andate via, vergogna!', gli abbiamo gridato. Loro allora si sono spostati sul marciapiede sul lato Monti, e lì hanno iniziato a tirare i petardi. Ne ricordo almeno due o tre”.

Un petardo è però caduto in mezzo alla gente. Per lui è stato naturale agire e intervenire. "Mi sono avvicinato per tirargli un calcio, ma non è rotolato via - racconta - Io volevo evitare che facesse del male a qualcuno. Allora mi sono avvicinato con la mano, ma mentre lo facevo quello è esploso. Ho iniziato a urlare dal dolore, a insultarli. Lì per lì non ci ho pensato, forse razionalmente sarebbe stato meglio cercare di allontanare la gente".

Enzo è ora ricoverato in Chirurgia plastica. Ha già subito un primo intervento. "La mano, nel complesso, è integra - spiega - Ora mi devono ricostruire un osso del secondo o terzo metacarpo, mentre una falange del pollice mi è stata asportata".

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